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Ciò di cui l'uomo ha più bisogno non può essergli garantito per legge.

Andrea Murru | 4 Febbraio 2010

Ho sempre trovato al limite del ridicolo il fatto che la costituzione stabilisca il “diritto alla salute” (art.32) ed in un certo senso non posso quindi che essere in accordo con Benedetto XVI quando considera la legge incapace di garantire i bisogni primari dell’uomo.

Mi sembra infatti dotato di assoluta evidenza che  la Costituzione, la Legge, lo Stato, o l’Umanità intera non siano assolutamente nelle condizioni di garantire alcuno dei principali bisogni che pure (in taluni casi) considerano (con una certa dose di sfrontatezza utopica) “Diritti” degli uomini, a cominciare dalla salute e addirittura dalla semplice sussistenza. Sarebbe invece molto più sensato parlare di diritto dei cittadini ad avere la propria salute tutelata dallo Stato, tramite cure mediche e attività di prevenzione. Attenzione comunque: DIRITTO e non OBBLIGO (per i singoli cittadini).

Il papa però non si riferisce però banalmente all’impossibilità di stabilire per legge dei principi (astratti) che nessuno può (realmente) garantire. Troppo banale. Ricordiamoci invece che a suo parare da questo scaturisce il “bisogno” di Dio.

A parte il solito salto privo di ogni consequenzialità logica (x non può fare y, QUINDI solo Dio può), c’è una sottile conseguenza che potrebbe sfuggire facilmente: un principio di legge (per quanto astratto) è comunque scritto, fissato e vincolante; se invece il riferimento è Dio, beh allora non c’è alcun limite definito con chiarezza e in sostanza l’unico arbitro di questioni di principio è la Chiesa stessa. In modo assolutamente coerente con quest’ottica, infatti, la legge non deve fissare limiti di principio, ma può benissimo (anzi DEVE) porre dei limiti, vincolare, impedire, obbligare a determinati comportamenti in casi specifici in “applicazione” di principi che solo Dio può rappresentare.

Per dirla in modo più chiaro è semplicemente un modo (apparentemente innocente) per arrogare alla chiesa un diritto “assoluto”, superiore alla legge (usata comunque in modo strumentale) e non sottoposto a nulla, neppure al semplice obbligo di “scrittura”.

Il tutto senza dimenticare la profonda contraddizione originaria del rapporto tra fede e legge: l’uomo è (per scelta di Dio) LIBERO di scegliere e di compiere il MALE, ma il cittadino deve essere OBBLIGATO a compiere il BENE (magari anche il suo proprio).

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Attualità, Filosofia, Religione
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Benedetto XVI, costituzione, libertà, peccato
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Yahoo Pipes – mashup made easy

Andrea Murru | 4 Settembre 2009

Oggi ho provato ad utilizzare Yahoo Pipes: davvero impressionante!

Si tratta di un servizio che consente di aggregare, filtrare, generare feed partendo dalle più disparate fonti. E’ ad esempio possibile recuperare i feed dei principali quotidiani e filtrare gli articoli in base al fatto che contengano o meno alcune parole (o più in generale un’espressione regolare). Potentissima poi la possibilità di utilizzare come fonte una ricerca di google news (o blog search), sfruttandone tutte le potenzialità per ottenere un’inesauribile fonte personalizzata di new di qualità. Putroppo non è possibile utilizzare (direttamente) i risultati di una ricerca sul web (con google), ma è possibile avere a disposizione quelli di yahoo.

Tecnicamente le sorgenti possibili comprendono oltre ad rss e atom, anche XML, JSON, HTML, CSV, consentendo davvero di accedere a qualsiasi fonte disponibile sul web. L’unico limite è che le fonti non devono avere un file robots.txt che ne impedisca l’accesso.

Alle sorgenti è poi possibile applicare un gran numero di “operatori” che consentono di filtrare, dividere, unire, contare, troncare, verificare l’univocità, ordinare, etc, etc. in modo da ottenere davvero qualsiasi risultato si desideri.

Ma l’aspetto davvero straordinario del servizio è l’eccezionale tool grafico di generazione:

yahoo pipes edit

yahoo pipes edit

E’ un ambiente visuale estremamente semplice da utilizzare e allo stesso tempo potentissimo. Con qualche click è possibile selezionare le sorgenti, filtrarle unirle ed ottenere poi un feed che si può pubblicare con estrema semplicità.

Date un’occhiata al box qui a lato: trovate il feed che ho costruito per ottenere news simili ai contenuti di questo blog. In pochi minuti un risultato davvero eccellente!

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Attualità, Informatica, Programmazione
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JSON, XML, yhaoo pipes
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Cosa pensate del caso Eluana Englaro ?

Andrea Murru | 8 Febbraio 2009

Indipentemente dai miei convincimenti e dai vostri, vi propongo 3 sondaggi sul caso Eluana Englaro.

Condividete il vostro parere: è un modo eccellente per iniziare un confronto, su temi concreti.

Un giudizio specifico sulla sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione forzate,

Un giudizio sull’azione del governo Berlusconi,

Considerazioni più generali sul testamento biologico (scelta multipla)

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Attualità
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Berlusconi, Eluana Englaro, testamento biologico
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Un decreto piccolo piccolo

Andrea Murru | 7 Febbraio 2009

Sono davvero rassicurato del fatto che il governo all’unanimità, agisca con tanta risoluzione e urgenza per impedire a qualcuno di danneggiare il proprio bene più alto (la vita).

Sono ancora più rassicurato dal fatto che le leggi in discussione, semplicemente espropriano ogni cittadino del proprio diritto a scegliere della propria vita.

Ed è come sempre una garanzia ulteriore la forza delle argomentazioni che si concentra adesso sul fatto che non è certa la posisizione di Eluana a riguardo, quando poi, in futuro sarà un dettaglio irrilevante.

Ma la cosa davvero decisiva è che la Legge sia chiamata ad imporsi con la forza in questo conteso, quando invece per “piccole cose”, come la pedofilia …. è molto meglio non chiamarla in causa, come dice addirittura S.Paolo.

Guardatevi questo esilarante servizio delle Iene e capirete a cosa mi riferisco.

http://www.video.mediaset.it/mplayer.html?sito=iene&data=2009/02/06&id=5064&from=email

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Attualità, Religione
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Eluana Englaro, Le Iene, pedofilia, Penitenzieri, S. Paolo
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Beati gli ultimi perché saranno i primi

Andrea Murru | 26 Gennaio 2009

Ho avuto modo di leggere per caso la strana storia dell’allenatore della squadra di una scuola “cristo-centrica” che non si scusa per aver vinto troppo nettamente e viene perciò licenziato.

Non mi stupisce affatto la reazione dei “religiosi” (che l’hanno licenziato), ma quella dell’allenatore che sostiene che vincere dominando (e in sostanza umiliando) gli avversari sia onorevole e cristiano.

Lo so che le affermazioni di carattere religioso non possono essere prese alla lettera, ma mi sembra davvero che vincere, dominare ed essere primo, non possa certo essere preso come un valore (in questa vita) da un cristiano.

In effetti, riflettendo con calma, non so bene perché ho una simile idea: “Beati gli utimi perché saranno i primi”, sembra chiarissimo, ma (come sempre) non lo è.

In effetti non dice che i primi saranno ultimi e quindi potrebbero (ad esempio) stare in una posizione mezzana. Comunque non è presente un ordinamento per  valori intermedi (ad esempio i penultimi diventeranno secondi).

Ma la cosa più difficile da comprendere è il fatto che i crisitiani non si sforzano affatto di diventare ultimi in qualcosa nella quale vorrebebro essere primi. Ad esempio ultimi nella gioia (ovvero primi nella sofferenza e nel dolore), per essere primi nel regno dei cieli… Sarà perché non è un loro interesse, ma non mi sembra neanche che la maggioranza dei cristiani (e delle gerarchie ecclesiastice) s’impegni molto per essere all’ultimo posto nella classifica dei più ricchi. Eppure i credenti, dovrebbero crederci davvero e dovrebbero anche aver capito bene il messaggio di Dio che non è affatto in contraddizione con la ragione.

Sicuramente sono io che non capisco qualcosa…. forse ho capito:

Il loro agire è un atto di altruismo! Certo, evitano di raggiungere l’ultimo posto per favorire gli altri (non credenti in testa).

Grazie. Adesso sono molto più tranquillo… però per certe cose, io personalmente scambierei il primo posto nel regno dei cieli, anche con una piazza mediana qui sulla Terra.

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Attualità, Filosofia, Religione
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gioia, ragione
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Godersi la propria vita

Andrea Murru | 13 Gennaio 2009

Tra i diversi slogan delle campagne di “orgoglio ateo” che in questi giorni sponsorizzano i bus di numerose città del mondo, quello che preferisco è sicuramente l’originale:

There’s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life.

Meraviglioso quel “probably” ad attenuare l’importanza di quel “God” (pur in maiuscolo) e della sua ipotetica e ingombrante esistenza.

Fantastico soprattutto l’invito a godersi la propria vita.

Proprio questo è in fin dei conti lo spirito più profondo del (mio) ateismo: gioia di vivere e libertà. Tutto il contrario di quelle religioni che parlano di vita, ma sono basate sulla (paura della) morte e magari hanno un uomo crocifisso come simbolo. Che parlano di libertà ma che proibiscono e vincolano quasi tutto. Che parlano di gioia ma la mortificano con il peccato ed esaltano la sofferenza.

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Attualità, Filosofia, Religione
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gioia, libertà, peccato
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Non sono morto

Andrea Murru | 26 Novembre 2008

Ieri qualcuno è finito su questo blog cercando “andrea murru morto“.

Non sto male (che io sappia), né credo di avere dei nemici disposti ad uccidermi, ma evidentemente a qualcuno è venuto il dubbio… a scanso di equivoci ecco una mia foto con un giornale di oggi a testimoniare della mia esistenza in vita.

Sono vivo!

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Attualità
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Andrea Murru
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Il dialogo tra le religioni non è possibile

Andrea Murru | 23 Novembre 2008

Lo ammetto, questa volta Benedetto XVI mi ha davvero sorpreso. In una sua lettera al senatore Marcello Pera, il Papa dice con assoluta “disinvoltura” che

[…] un dialogo interreligioso nel senso stretto della parola non è possibile, mentre urge tanto più il dialogo interculturale che approfondisce le conseguenze culturali della decisione religiosa di fondo.

A me è sempre sembrato evidentissimo che avere un “dialogo” con chi reputa fondante una serie di dogmi e la fede da riporre in essi, sia molto difficile (e poco sensato)…. ma averne avuto una tale autorevole conferma, è stato davvero stupefacente.

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Benedetto XVI, Marcello Pera
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Eccesso di successo

Andrea Murru | 21 Novembre 2008

E’ stato lanciato nei giorni scorsi Europeana, quella che sarà la più grande libreria europea con ben due milioni di opere in 23 lingue, fra testi, spartiti, registrazioni audio, video e immagini: tutto pubblicato gratuitamente sul Web per la consultazione degli utenti.

Peccato che il servizio sia già stato sospeso:

The Europeana site is temporarily not accessible due to overwhelming interest after its launch (10 million hits per hour).

We are doing our utmost to reopen Europeana in a more robust version as soon as possible.

La domanda che mi faccio è questa: non sviluppare il sistema perché sopportasse un simile carico è stato un errore completo ed inqualificabile o ha una sua ratio ?

Nel mondo reale, è infatti necessario fare delle scelte che limitino il consumo di alcune risorse (ad esempio il tempo) nella fase di realizzazione di un progetto, con delle conseguenze (non sempre completamente prevedibili) su alcune caratteristiche finali quali ad esempio l’efficienza, scalabilità e affidabilità.

In quasi tutti i progetti sui quali mi è capitato di lavorare, (valutando a posteriori la cosa) abbiamo dedicato troppe risorse all’efficienza (specie locale), meno (ma comunque troppa) alla scalabilità (visti i carichi effettivi che abbiamo dovuto sopportare) e troppa anche all’affidabilità, nel senso soprattutto che abbiamo utilizzato architetture eccessivamente complesse, senza reali vantaggi nel contesto operativo e anzi con qualche problematica dovuta proprio al sistema di monitoraggio. Ovviamente ogni considerazione è fortemente relativa al singolo progetto, ma mi sento di fare qualche considerazione in generale:

I più grandi vantaggi in termini di efficienza, scalabilità ed affidabilità si consegueno a livello di architettura di sistema e un’architettura semplice, pur anche con alcuni limiti bene noti, è il miglior investimento possibile sia in termini di risorse utilizzate che di effettivi risultati ottenibili.

Tornando al caso Europeana, credo che non siano giustificabili. Hanno commesso un grave errore di progettazione, visto che in un caso del genere la scalabilità non puo’ non essere considerata un obbiettivo prioritario. Brutta figura.

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Attualità, Informatica, Programmazione
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affidabilità, efficienza, europeana, scalabilità
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Di chi è la mia vita?

Andrea Murru | 14 Novembre 2008

La recente sentenza della Corte di Cassazione sul caso di Eluana Englaro, mi ha davvero sorpreso: forse per un eccesso di rassegnato pessimismo non credevo che un simile pur minimo rigurgito di laicismo di Stato potesse davvero aver luogo in Italia.

 Questa vicenda fornisce in effetti molti spunti di riflessione interessanti. Senz’altro la sfrontata protervia con la quale la chiesa cattolica ha reagito alla sentenza (addirittura prima della sentenza stessa per bocca del cardinale Barragan), con toni inusitati che sfiorano la rilevanza penale e che comunque sono davvero inaccettabili sul piano delle semplici relazioni diplomatiche tra Stati sovrani, specie se paragonata al rispettoso silenzio col quale (non) vengono commentate le migliaia di esecuzioni capitali cinesi.

Ed è anche impossibile non notare che i ministri e gli esponenti tutti del governo, anzichè insorgere per ingerenze arroganti ed ingiustificate, attaccano anche loro la magistratura.

Il tema però più interessante (dal punto di vista filosofico) è un’altro: In quanto individuo ho la disponibilità completa della mia vita o no ? E’ evidente che il solo fatto che ci sia stato bisogno di una sentenza indica che la risposta alla domanda precedente è (in questo momento) un secco no.

In caso contrario altrimenti è evidente che non solo l’eutanasia, ma anche il suicidio assistito, dovrebbero essere assolutamente legalmente autorizzati con limiti relativi al solo accertamento della volontà del legittimo ‘proprietario’ del bene (la sua stessa vita).

Ma allora di chi è la mia vita ? Purtroppo temo che (anche per lo Stato) la migliore risposta possibile sia: “La tua vita è (un dono) di Dio. Ed è la Chiesa che stabilisce cosa ne pensa a riguardo“.

Saro’ un tipo particolare, ma non la ritengo una risposta rassicurante. Io personalmente, almeno per quanto riguarda la mia vita, mi fido più di me che di chiunque altro e trovo più rassicurante poter decidere di morire che essere costretto a “vivere” dal mons. Bagnasco.

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Attualità, Filosofia, Religione
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Bagnasco, Barragan, Corte di Cassazione, Eluana Englaro, eutanasia, suicidio assistito
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