Tra il codice e la realtà

omnia munda mundis
  • rss
  • Inizio
  • About
  • Andrea Murru

La sottile differenza tra IP delivery e Cloaking

Andrea Murru | 12 Maggio 2009

Tra le linee guida di google più “profonde” c’è ovviamente il fatto di evitare il cloaking, ovvero di presentare a googlebot contenuti differenti rispetto a quelli presentati ad un normale utente. Ci sono però alcuni casi in cui presentare un contenuto differente sulla base dello user-agent, non è affatto un “imbroglio”, ma è anzi un modo per fornire migliori informazioni o addirittura una necessità in qualche caso.

In particolare può essere necessario fornire contenuti differenti in base al browser utilizzato (ad esempio in mobilità o con una risoluzione molto bassa) o in assenza di plugin (come flash) o ancora in seguito ad informazioni ottenute automaticamente (tramite cookies) sull’utente.

Altro caso tipico in cui una generazione “specializzata” dei contenuti è utilizzata in modo lecito è legato alla lingua o alla localizzazione geografica dello user-agent. Si tratta di tecniche ormai diffusissime che possono essere estremamente utili e funzionali per gli utenti, anche capisco che possano mettere in difficoltà sistemi puramenti automatici di crawling.

Purtroppo però la posizione di google rispetto all’utilizzo di tali tecniche non è completamente chiaro e mette quindi in grosse difficoltà i webmaster che devono valutare (paradossalmente) se implementare funzionalità a vantaggio degli utenti con il rischio di essere penalizzati dai bot convinti che tali funzionalità siano implementate a loro vantaggio.

Tale problematica ha dato luogo a lunghi dibattiti tra gli addetti ai lavori, tra i quali va senz’altro letto questo post su seomoz blog.

Fortunatamente c’è anche un post sul blog ufficiale di google che fa una buona chiarezza sulla vicenda; lo spirito della “legge” di gogle è estremamente ragionevole:

Googlebot should see the same content a typical user from the same IP address would see.

Ovviamente non è chiarissimo cosa voglia dire “the same content”: identico al byte ? identico solo nei contenuti (ad esempio non nella pubblicità) ? uguale in una buona percentuale del sito ? Sinceramente non credo che sia possibile determinare in mo affidabile al 100% nessuna procedura completamente automatica, visto che mi vengono sempre in mente casi “leciti” estremamente difficili da estrapolare. Ma almeno lo spirito mi sembra estremamente condivisibile.

Comments
Nessun Commento »
Categorie
Informatica, Programmazione
Tags
cloaking, google, ip-delivery, SEO
Commenti RSS Commenti RSS
Trackback Trackback

Contatti


Suggeriti

  • CICAP
  • Mercato-Immobiliare.info
  • Ricerca immobili con Caasa
  • Technology Bites
  • UAAR
  • Wall Street Italia

RSS news da leggere

Lavoro

  • Abbeynet
  • Mercato-Immobiliare.info
  • Pane e Dolce
  • Plus Immobiliare
  • Ricerca immobili con Caasa
  • Sitòfono

categorie

  • Attualità (34)
  • Filosofia (9)
  • Finanza (2)
  • Informatica (14)
  • Programmazione (14)
  • Religione (18)
  • Storia (2)

tag

affidabilità Andrea Murru Ateismo Bagnasco Barragan Benedetto XVI Berlusconi bibbia blog C++ caasa Calice d'oro Carlo Pescio cloaking comandamenti completion routine Corte di Cassazione costituzione Droga efficienza Eluana Englaro europeana eutanasia fluido non newtoniano gioia google gSOAP iDoser informazione ip-delivery Java JSON Kant Le Iene libertà mercato immobiliare miracoli peccato Politica ragione scuola SEO Sofia UAAR XML
rss Commenti RSS