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Previsioni

Andrea Murru | 17 Aprile 2013

Tra i nomi emersi in questi ultimi giorni per la nomina a Presidente della Repubblica, io personalmente sceglierei ( in quest’ordine ) Emma Bonino, Stefano Rodotà o Gustavo Zagrebelsky. Purtroppo non credo che nessuno dei tre abbia reali chance di successo. Sono infatti tutti invisi ai cattolici e Rodotà e Zagrebelsky anche a Berlusconi.

Interessante però analizzare il comportamento dei diversi partiti; di alcuni mi sfugge la ratio.

Il PD lo vedo preda di un delirio di onnipotenza misto ad una totale incapacità di Bersani di capire la situazione e accettare un reale cambiamento. Anche una soluzione di “forza” (Prodi) avrebbe una sua ratio, ma certo anche delle conseguenze pesanti … non credo che ne abbiano il coraggio.

Il comportamento di Grillo ( quello del M5S non esiste e/o non ha rilevanza ) è invece assolutamente coerente con la sua linea di pura “distruzione” senza alcun altro reale obbiettivo ragionevole: se avesse avuto anche la minima intenzione di ottenere qualcosa (ovvero collaborare nell’indicazione del Presidente), avrebbe fatto sì le “quirinarie”, ma si sarebbe offerto di votare per uno qualsiasi di quei dieci nomi che avesse trovato l’accordo anche di altri partiti. Ma evidentemente il rischio di riuscire davvero a far eleggere uno di quelli era inaccettabile… Come farebbe poi a sparare a zero sulle future scelte di un Presidente che anche lui ha scelto ?

Berlusconi non capisco invece cosa stia cercando di fare: credo che dovrebbe puntare realisticamente solo ad evitare scelte fortemente non gradite (Prodi), possibilmente mostrandosi portavoce di un cambiamento. Se fossi in lui indicherei pubblicamente una cerchia di nomi ( 5 o 6 ) tra quelli con il massimo consenso popolare, tra cui certamente anche Emma Bonino, chiedendo (sempre pubblicamente) una convergenza con il PD (ma anche con Grillo). Vorrei vedere il PD a puntarsi con Prodi o Grillo a parlare di inciucio…

Ma niente di questo succederà davvero. Mi voglio lanciare in previsioni: il prossimo Presidente della Repubblica sarà uno tra Franco Marini, Giuliano Amato e Romano Prodi.

 

 

 

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Attualità
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Politica
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Infinito

Andrea Murru | 11 Aprile 2013

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quïete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Riflettendo sui mali del mondo (e sui miei personali), oggi mi sono accorto di come esista una continuità inaspettata tra le piccole (grandi) cose di tutti i giorni (soprattutto i “mali”) e i grandi temi dell’esistere, dalla cosmogonia al significato dell’esistere, alla morte.

Talvolta infatti piccoli fastidi quotidiani o insoddisfazioni e problematiche personali (magari economiche) non solo affliggono il nostro esistere singolo, ma trascinano in fondo all’abisso dell’infelicità anche l’universo, la realtà tutta, nel senso che per tale infelicità e sofferenza viene ricercata una spiegazione esterna, una giustificazione assoluta e superiore.

Lo stesso fenomeno avviene anche per fenomeni “gioiosi”, anche se (sfortunatamente) è più facile trovare l’assoluto nella sofferenza che nella gioia (almeno a parole).

Ha appena senso a riguardo riflettere sul fatto che le condizioni oggettive non sono per nulla il centro del problema, visto che a condizioni oggettivamente “equivalenti” corrispondono visioni del tutto differenti (anche da parte della stessa persona!).

Al contrario considerazioni del tutto astratte e lontanissime da noi, possono in alcuni casi produrre degli effetti del tutto immanenti, molto oltre la ragionevolezza. Ad esempio anche nei bambini, la consapevolezza che la Terra e il Sole un giorno (lontanissimo, ma non ha rilevanza) finiranno è davvero inaccettabile. Talmente inaccettabile che, in molti, questa sorte di morte assoluta (della propria specie, dell’universo tutto) porta ad accettare qualsiasi altra “spiegazione” alternativa: Dio, l’anima, il paradiso, …

E sono talvolta oggetti “banali” (per Leopardi è in questo caso la siepe) a fare da tramite, come se fosse l’immanente a “spiegare” l’assoluto e viceversa l’assoluto a fornire un senso all’immanente.

Anche persone “insospettabili” subiscono in qualche misura questo meccanismo, che è forse semplicemente la capacità di astrarre legata alla ricerca di significato. In particolare non è certamente da confondersi con un fantomatico “desiderio di spiritualità”, che al massimo può rappresentare un caso particolare: certamente alcuni comportamenti “estremi” (ma anche molto diffusi) non hanno nessuna valenza religiosa. L’amore e il sacrificio dei genitori, o il sacrificio (anche estremo) per motivi sociali (ad esempio in guerra) ne sono esempi inequivocabili: gesti estremante immanenti che sono il tramite quotidiano verso l’infinito.

 

 

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Filosofia, Religione
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Ateismo, gioia, ragione
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